Sicuramente avrete sentito parlare del fenomeno dell’Inversione Termica e vi sarete chiesti cosa fosse. Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta, visto che ci sta interessando in questi giorni e sicuramente tornerà con prepotenza anche nel prossimo inverno.
Partiamo dal presupposto che l’aria fredda ha una densità maggiore rispetto a quella calda, di conseguenza l’aria con una temperatura maggiore tende a galleggiare sopra a quella con temperatura inferiore. Il “freddo”, insomma, tende ad aderire al terreno.
Come potete osservare dal grafico che ho riportato qui sotto, l’atmosfera è costituita da vari strati ed in essi il profilo termico varia in modo “bizzarro” in funzione della quota altimetrica. In Stratosfera, ad esempio, si nota che la temperatura tende a salire oltre una certa altitudine, per poi diminuire di nuovo nella Mesosfera.
Ma focalizziamo l’attenzione sulla porzione di atmosfera che ci interessa direttamente: la Troposfera.
Nella colonna d’aria che sovrasta le nostre teste per circa 10 km c’è abitualmente un gradiente termico negativo, questo significa che la temperatura diminuisce all’aumentare della quota altimetrica. E l’entità di tale diminuzione è di circa 6°C ogni 1000 metri percorsi verso l’alto. Nel grafico la retta punta verso sinistra, appunto.
Ma non avevo detto che l’aria calda sta in alto? Sì, è vero. Il sole scalda il terreno, l’aria sale per convezione naturale, la pressione diminuisce e l’aria si raffredda adiabaticamente. Dunque l’aria calda che sale, si raffredda in alto, perché c’è “poca” pressione in quota, mentre in basso il terreno caldo fa il resto.
Quando si verifica il fenomeno dell’Inversione Termica, accade “esattamente” l’opposto: si ha un gradiente termico positivo, ossia la temperatura aumenta all’aumentare della quota altimetrica.
Questo giustifica le misurazioni di temperatura molto differenti registrate da stazioni meteorologiche installate a quote diverse.
L’orografia del nostro territorio è ideale affinché si possa verificare questo fenomeno. A tal proposito l’Osservatorio “ad Statuas” ha installato tre postazioni di misurazione della temperatura in luoghi particolarmente sensibili a questo fenomeno. Prossimamente saranno aggiornati tutti i dati elaborati.
In condizioni di alta pressione e di notti stellate, il terreno perde rapidamente calore irradiandolo verso il cielo; questo comporta la formazione di uno strato freddo di aria che aderisce al suolo. La scarsa ventilazione, poi, gioca un ruolo fondamentale: non c’è mescolamento nella colonna d’aria verticale e pertanto la temperatura in alto è maggiore rispetto a quella più in basso, che risulta di fatto “isolata” rispetto agli scambi convettivi. Tutte queste condizioni incentivano la formazione di nebbie persistenti, che a loro volta schermano i raggi solari durante il giorno, impedendo di fatto al suolo di essere riscaldato. La rottura di questo trend si ha con il cambio di circolazione atmosferica.
Questo è ciò che avviene, in modo molto semplificato, quando si parla di “Inversione Termica” e le nebbie mattutine di questi giorni caratterizzati da alta pressione, ne sono una dimostrazione evidente.
Rimanete aggiornati consultando i dati del Sito Web dell’Osservatorio “ad Statuas”, le Pagine Social ad esso collegate (Facebook: https://www.facebook.com/adStatuas/ e Twitter: https://twitter.com/adStatuas ) ed i servizi interattivi Telegram&Messenger.